Il nuovo canale del Prof. Augusto Sinagra da oggi anche su Telegram
Информация о канале обновлена 15.08.2025.
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COMPLICITA’ IN OMICIDIO
Un tale Dottor Giuseppe Ippolito che io non ho il dispiacere di conoscere, già componente del Comitato Tecnico Scientifico di consulenza del governo durante la c.d. pandemia da covid, ha dichiarato alla Commissione parlamentare di Inchiesta che il CTS aveva reso i suoi pareri scientifici nel senso che i pazienti potevano essere ben curati e guariti in casa con appropriate terapie esistenti senza essere mandati in ospedale e uccisi con la totale bruciatura dei polmoni, ma il governo aveva sempre assunto decisioni divergenti e di natura solamente “politica” con le conseguenti morti in ospedale e le macabre sceneggiate bergamasche dei camion militari e le subitanee inesplicabili cremazioni.
Già qui si impone una domanda: dinanzi a tale situazione da lui confessata, perché Felice Ippolito e i suoi pari colleghi, non si dimisero immediatamente dal CTS facendo pubblica denuncia di quanto poi dichiarato alla Commissione Parlamentare di Inchiesta?
Gli eventi letali prodottisi hanno un nome: “omicidio” e la realizzazione di tali eventi vede il concorso di tutti i componenti del CTS: concorso in omicidio plurimo aggravato.
C’è, per caso, qualche PM che ricorda che l’esercizio dell’azione penale è obbligatoria?
E Mattarella e poi Draghi e poi tanti altri, non hanno nulla da dire?
Io ben ricordo l’ammonimento quirinalizio che imponeva l’assunzione dei sieri mortali non potendosi opporre nessuna eccezione di libertà individuale. Ricordo il bancario Mario Draghi: “Non ti vaccini, ti ammali e muori e fai morire”. Si, sono morti e hanno fatto morire ma per causa di quello sporco siero. E i tre pagliacci vestiti da Babbo Natale che intonavano la canzonetta natalizia per invogliare i gonzi a vaccinarsi?
Ma ricordo soprattutto l’improbabile Presidente della Corte costituzionale Sciarra Silvana che nella sua intervista al Corriere della Sera, a giustificazione della inaudita sentenza voluta da lei, da Marco D’Alberti e altri ancora che non nomino perché l’ira mi assale, disse che avevano “seguito la scienza”.
Vorrei averli davanti la Sciarra, D’Alberti e gli altri loro sodali per guardarli negli occhi e dire tutto quel che di loro penso.
Ricordo bene quel che dissi alla Sciarra e agli altri giudici in quella udienza alla Corte costituzionale: “La vostra è una scelta tra la vita e la morte”.
Scelsero la morte.
Augusto Sinagra
UNA NOTIZIA CHE SCALDA IL CUORE E CHE TESTIMONIA LE NOSTRE ATTUALI MISERIE MORALI
La notizia che ora desidero segnalare e condividere con tutti coloro che hanno consonanza di sentimenti e valori profondi da difendere, è insolita perché in netto contrasto con i tempi tristi e miserevoli che la mala sorte ci costringe a vivere.
E' una notizia che non apparirà nei comunicati della televisione o sui mezzi di informazione della carta stampata.
E' tuttavia una notizia bellissima quanto rarissima che riguarda un episodio di per sé irrilevante ma in realtà di una grandezza morale e ideale che abbiamo quasi dimenticato di avere pur vissuto.
Un'anziana Signora sulla sua sedia a dondolo è spirata avvolta nel Tricolore.
Un "segno", una scelta, un atteggiamento mantenuto fino all'ultimo respiro che vede quel Tricolore farsi ponte tra vita e la morte, tra il tempo umano e l'eternità.
Un segno espressivo di una vita vissuta e spesa per ideali ben chiari.
Un "segno" ammonitore di una pluralità di doveri dei quali dobbiamo essere tutti testimoni e difensori.
Un "segno" che dà senso e ragione ad uno dei più celebri motti del Poeta Armato: "Noi siamo di un'altra Patria e onoriamo gli Eroi".
Quell'anziana e benedetta Signora apparteneva a quella patria che abbiamo perso e che dobbiamo ricostruire, ed ha onorato gli Eroi.
Non sono Edmondo De Amicis ma certamente la condotta fino all'ultimo testimoniata da questa Signora sostanzialmente anonima ma per questo incommensurabile nella sua grandezza, è una pagina ulteriore che si inserisce nel libro "Cuore".
Augusto Sinagra
IL CRIMINE PIU' GRANDE
Oggi ricorrono gli 80 anni dall'orrendo crimine della prima bomba atomica sganciata su Hiroshima. Il giorno successivo 7 agosto 1945 seguì quella su Nagasaki.
I morti furono più di 200 mila con due Città interamente incenerite.
Non vi era alcuna esigenza bellica. L'Impero nipponico era sul punto di arrendersi.
Lo scopo criminale era la sperimentazione dal vero dell'ordigno nucleare. E forse anche la volontà di diffondere il più minaccioso messaggio al mondo intero a conferma della criminale volontà di dominio e di sopraffazione degli Stati Uniti d'America.
Un messaggio rivolto agli alleati dell'URSS, già pensati e programmati come i nuovi nemici alla fine della guerra.
La capacità devastante dell'ordigno atomico fu intuita da Ettore Majorana nella scuola e nei laboratori di fisica in Via Panisperna a Roma.
Ettore Majorana, consapevole della scoperta e dei suoi possibili usi criminali, volle dissociarsi. Finse la sua sparizione e morì negli anni '90 nel segreto e nella quieta di un convento laziale.
Diverse furono le scelte di Enrico Fermi che, traferitosi in USA per approfondire gli studi della fisica con una consistente borsa di studio concessagli dal Governo fascista, partecipò attivamente ad Alamo nel consapevole perfezionamento dell'ordigno nucleare.
Pare che, discutendo della sperimentazione reale dell'ordigno, egli propose di effettuarla sul nord Italia.
Per fortuna in quei mesi la guerra in Italia era praticamente conclusa nel disonore e nella vergogna e dunque la proposta di Fermi non ebbe seguito.
Parliamo di quello stesso Enrico Fermi che trasferitosi nel 1934 in USA, accampò successivamente e vittimisticamente la scusa che egli era perseguitato a causa delle leggi fasciste di discriminazione antiebraica. Solo che le leggi razziali italiane erano intervenute quattro anni dopo, nel 1938 e la pretesa di persecuzione razziale di Fermi consisteva in una lontana ascendenza ebraica della di lui moglie.
Dei responsabili di quell'orrendo crimine già se ne sarà occupato Iddio, a noi resta, deve restare, il ricordo e l'eterna condanna.
Con gli americani occorre fare come con le sigarette: "Nuocciono gravemente alla salute".
Augusto Sinagra
QUESTA VOLTA DIFENDO MATTARELLA
Il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa ha definito il nostro amato Presidente della Repubblica, al quale tutti molto dobbiamo per saggezza e sacrificio personale, come “esempio di manifestazione di russofobia”.
Il Ministero degli Esteri della Federazione Russa è ingeneroso nei confronti del nostro amatissimo Presidente.
E’ vero che Mattarella Sergio, figlio di Mattarella Bernardo e fratello di Antonino (per gli amici “Nino”), non ha mai mancato l’occasione di sparare a palle incatenate contro la Federazione Russa dopo l’inizio della Operazione Militare Speciale in Ucraina effettuata dalla Federazione Russa in funzione antinazista, democratica e di protezione delle popolazioni russofone del Donbas oggetto di massacri da parte del governo golpista di Kiev.
Ma è anche vero che le lamentate dichiarazioni antirusse (o i silenzi antirussi) del nostro amatissimo Capo dello Stato come per esempio paragonare la Federazione Russa al Terzo Reich nazista in suoi memorabili discorsi a Marsiglia e a Cetigne (Montenegro) che hanno infiammato di orgoglio e di amor patrio l’Italia tutta sono state determinate dalla carenza di sovranità dello Stato italiano e dunque del suo Presidente in carica.
Una mancanza di sovranità gradita e accettata dal nostro amato Capo dello Stato il quale in più occasioni ha auspicato maggiori cessioni di sovranità italiana alla Unione Europa.
“Cessione di sovranità”, cioé di parti della sovranità, merita sul piano giuridico la definizione che Fantozzi dava della Corazzata Potemkin, ma quel che va considerato è che il Capo dello Stato in Italia (come tutti i Capi di Stato che si sono succeduti) devono adeguare le loro azioni e le loro dichiarazioni a quel che detta il potere transatlantico.
Ingeneroso, dunque, è stato il Ministero degli Affari Esteri russo il quale non ha avuto la sensibilità di considerare che il nostro Sergio Mattarella ha ormai raggiunto gli 84 anni e dunque è ben comprensibile - e umanamente dovuto - un atteggiamento di benevola comprensione rispetto a quel che egli dice, fors’anche senza rendersene appieno conto.
Augusto Sinagra
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