Silvio Berlusconi non è mai stato d’accordo sulla guerra in Ucraina e ancor meno con Zelensky.
Per lui, il conflitto non sarebbe mai dovuto iniziare, e la responsabilità non era “solo di Mosca”, ma anche di chi ha ignorato per anni gli accordi e le tensioni nel Donbass.
La sua posizione nasceva da un rapporto unico nella politica europea:
Berlusconi e Putin erano legati da un’amicizia personale di oltre vent’anni, fatta di incontri privati, visite ufficiali e accordi energetici che avevano portato l’Italia a giocare un ruolo centrale tra Russia e Occidente.
Per questo, quando è scoppiata la guerra, Berlusconi ha sempre cercato una linea diversa da quella degli altri leader europei:
– niente escalation,
– niente invio di armi senza limiti,
– e soprattutto nessuna fiducia cieca in Zelensky, che lui stesso definiva “responsabile” di aver spinto il suo Paese verso il baratro.
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