Italian freelance analyst, reporter
per comunicare, to comunicate
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Информация о канале обновлена 07.10.2025.
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I venti punti proposti dalla Casa Bianca consistono, nella sostanza, in un progetto neocoloniale presieduto da Donald Trump. Le garanzie che il piano offre ai palestinesi sono scarse. Gli omissis sulla Cisgiordania e sulle risorse energetiche di Gaza sono eloquenti, proprio come l'atteggiamento di Benjamin Netanyahu.
Un piano di pace per i palestinesi, senza i palestinesi e senza la pace.
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L'Italia ha riconosciuto lo stato di Israele nel 1949. Nonostante le innumerevoli promesse, l'Italia non ha mai riconosciuto ufficialmente lo stato palestinese. Anche quando Hamas non esisteva o non aveva un peso politico rilevante. Persino Australia, Canada e Gran Bretagna ci sono riusciti prima.
Si tratta di una grave responsabilità politica: e non certo perché il riconoscimento possa garantire in sé un'esistenza degna ai palestinesi, quanto per il suo valore se non altro simbolico. D'altra parte la formula “due popoli, due stati” - con i suoi omissis - non può offrire garanzie maggiori. La celebre formula è una narrazione, non una soluzione: non lo è perché consiste in un'idea inapplicabile, tanto più in quel contesto. Il presupposto politico per costruire una pace duratura è la fine del sionismo, progetto basato sul suprematismo di un gruppo etno-religioso su tutti gli altri, sul colonialismo violento e sull'espansionismo permanente. Solo uno stato realmente laico con capitale a Gerusalemme potrebbe garantire l'esistenza pacifica di tutti i popoli del Levante. Potrebbe, anche se uno scenario di questo genere non prenderà forma: almeno fino a quando gli Stati Uniti saranno nella condizione di scongiurarlo.
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Tra poco la nazionale di calcio italiana affronterà quella israeliana. Mi sembra perlomeno una buona occasione per ricordare come il governo israeliano abbia ucciso 247 giornalisti in due anni - un dato senza precedenti nella storia - e ufficialmente almeno altre 60mila persone. Un numero che non include i dispersi, le morti per malnutrizione e quelle per mancanza di cure adeguate. A questo si deve, naturalmente, aggiungere quello dei mutilati. Si ritiene che circa un quarto del bilancio ufficiale dei morti sia costituito da bambini. Il governo israeliano ha trasformato Gaza nel luogo con il maggior numero di bambini mutilati e uccisi del pianeta. Nonostante ciò, e nonostante il decisivo sostegno militare statunitense, Tel Aviv non ha raggiunto alcuno dei propositi ufficiali con cui ha giustificato la guerra.
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