Telegram di Massimo Mazzucco
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Telegram di Massimo Mazzucco
L'intervista di Lavrov censurata dal Corriere della Sera
https://luogocomune.net/geopolitica/l-intervista-di-lavrov-censurata-dal-corriere-della-sera
LA LEGGE SIAMO NOI
Uno degli aspetti più preoccupanti della faccenda del Venezuela non è il fatto che gli Stati Uniti si apprestino ad invaderlo con il pretesto della “guerra alla droga”. Da sempre le nazioni che hanno voluto invaderne altre, per appropriarsi delle loro risorse, hanno dovuto inventarsi delle scuse più o meno credibili per giustificare le proprie azioni davanti al mondo.
Ma nel caso del Venezuela, la cosa più preoccupante è la assoluta mancanza del rispetto di un principio di legalità, nel momento in cui i militari americani decidono arbitrariamente di sparare ed uccidere i presunti trafficanti di droga che attraversano il mare dei Caraibi.
Anche presumendo che questi siano effettivamente dei corrieri della droga, basterebbe seguirli con i droni e arrestarli una volta che entrano nelle acque territoriali americane, per poi processarli e condannarli secondo le leggi vigenti. In questo modo mostrerebbero al mondo le prove che stavano trasportando droga, e giustificherebbero in pieno la loro carcerazione.
L’idea invece di ucciderli arbitrariamente mentre sono in mezzo al mare, come dicevo, è profondamente inquietante: sembra di essere tornati ai tempi del Far West, quando i cittadini si facevano giustizia da soli, ergendosi contemporaneamente a giudice e giustiziere.
Talmente grave è questa violazione dei più elementari principi di diritto, che la Gran Bretagna ha deciso di non mettere più a disposizione degli Stati Uniti le proprie informazioni di intelligence sulle imbarcazioni in transito nei Caraibi, perché non vuole essere considerata corresponsabile di queste uccisioni arbitrarie. Anche il Canada ha detto che finché queste uccisioni continueranno, loro non condivideranno più con gli Stati Uniti le proprie informazioni di intelligence. https://edition.cnn.com/2025/11/11/politics/uk-suspends-caribbean-intelligence-sharing-us
Mentre da noi, prevedibilmente, tutto tace. Dal nostro governo non si è alzata una voce di critica per queste esecuzioni in alto mare. E nemmeno dalla famosa sinistra “progressista” abbiamo sentito una qualunque critica a questa maniera primitiva di farsi giustizia da soli.
Provate solo ad immaginare se fosse stato Putin che si mette arbitrariamente a sparare contro imbarcazioni in mezzo al mare, in acque internazionali, con la semplice scusa che “così gli impedisco di far arrivare la droga nel nostro paese”.
Massimo Mazzucco
YIFAT, LA “STREGA” DI ISRAELE
Anche Israele ha la sua Francesca Albanese. La “strega” maledetta si chiama Yifat Tomer-Yerushalmi, ed è un General Maggiore dell’IDF, con il ruolo di Military Advocate General, ovvero una specie di Ministro di Giustizia dell’esercito.
Esattamente come la Albanese, anche Tomer-Yerushalmi ha commesso il più alto crimine che si possa commettere in questo momento contro Israele: raccontare la verità.
Nello specifico, Tomer-Yerushalmi è responsabile per il rilascio dei video della prigione di Sde Teiman, nei quali si vedevano i soldati israeliani maltrattare e violentare alcuni detenuti palestinesi https://www.nbcnews.com/news/world/israel-sexual-abuse-palestinian-prisoners-rcna165811 . Fu all’epoca uno scandalo mal represso, con i giornalisti di mezzo mondo che fecero a gara per dare la notizia (impossibile non darla) senza attribuirle troppa importanza.
Ma il vero putiferio si è scatenato in Israele, e l’odio della destra sionista si è riversato violentemente contro la Tomer-Yerushalmi. Netanyahu l’ha attaccata pubblicamente, dicendo che il video che mostra gli abusi sui detenuti di Gaza potrebbe essere "l'attacco di diplomazia pubblica più grave che Israele abbia mai affrontato".
Ovviamente, nessuno ha mai contestato i contenuti del video. L’affronto – e quindi il vero problema, per Israele – sta nell’averlo rilasciato al pubblico.
Sopraffatta dalla pressione pubblica, la Tomer-Yerushalmi ha cercato letteralmente di scomparire, abbandonando la sua auto e il suo cellulare su una spiaggia vicino a tel Aviv. Ma è stata prontamente rintracciata ed arrestata.
Le forze dell'ordine hanno affermato che nei prossimi giorni verrà interrogata con l'accusa di a) ostruzione alle indagini, b) falsificazione, c) abuso di fiducia, d) fornitura di false informazioni a un tribunale, e) comportamento improprio e f) reati contro la legge sulla giustizia militare, che di solito comportano una pena fino a cinque anni.
Questo è quello che accade a chi oggi cerca di far conoscere la verità.
Ah già, dimenticavamo: Israele è l’unico stato democratico in Medio Oriente. Per questo dobbiamo stare sempre dalla sua parte.
Massimo Mazzucco
Haaretz: https://www.haaretz.com/israel-news/2025-11-02/ty-article/.premium/netanyahu-gazan-detainee-abuse-leak-most-severe-diplomatic-attack-in-israels-history/0000019a-44b3-d3af-afdf-54fbd5cc0000
IL CRISTO STORICO
Per “Cristo storico” si intende la infinita disputa fra teologi, esegeti, archeologi, sulla effettiva esistenza del personaggio di Gesù Cristo. In altre parole, molti nel corso del tempo si sono domandati “ma Gesù è esistito davvero, o è soltanto una bella fantasia”? Il nostro articolo analizza e mette a confronto tutte le principali fonti storiche disponibili su questo argomento. https://luogocomune.net/chiesa-e-religione/il-cristo-storico-3
FRANCESCA ALBANESE: LA CRUDA VERITÀ
Francesca Albanese ha presentato all’ONU il suo rapporto intitolato “Genocidio a Gaza: un crimine collettivo”, accusando gli stati occidentali di complicità nel genocidio. Il rapporto è stato criticato non solo – ovviamente – da Israele, ma anche dal nostro stesso ambasciatore all’ONU, Massari, che lo ha definito “totalmente privo di credibilità”
COSA DICE IL RAPPORTO
Israele, ha detto Albanese, ha lasciato Gaza “soffocata, affamata e distrutta”. Il suo rapporto, che esamina il ruolo di 63 Stati nelle azioni di Israele (sia a Gaza che in Cisgiordania), denuncia un ordine mondiale coloniale, sostenuto da un sistema globale di complicità.
“Attraverso azioni illegali e omissioni deliberate, troppi Stati hanno danneggiato, fondato e protetto l’apartheid militarizzato di Israele, permettendo alla sua impresa coloniale di trasformarsi in genocidio, il crimine supremo contro il popolo indigeno della Palestina”.
Il genocidio, ha detto, è stato reso possibile attraverso la protezione diplomatica in “luoghi destinati a preservare la pace”, con connivenze militari che vanno dalla vendita di armi ad addestramenti congiunti con i militari dell’IDF. Albanese ricorda come l’Unione Europea, che ha sanzionato la Russia per l’Ucraina, abbia continuato a fare affari con Israele, e accusa gli Stati Uniti di aver fornito “copertura diplomatica” a Israele, usando il loro potere di veto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Altre nazioni occidentali hanno collaborato, secondo il rapporto, con astensioni, ritardi e risoluzioni annacquate, rafforzando “una retorica semplicistica di ‘equilibrio’” che nella realtà non esiste.
Molti Stati, dice Albanese, hanno continuato a fornire armi a Israele, “anche mentre le prove del genocidio … si accumulavano”. Il rapporto ha evidenziato l’ipocrisia del Congresso degli Stati Uniti che ha approvato un pacchetto da 26,4 miliardi di dollari per la difesa di Israele, proprio mentre Israele minacciava l’invasione di Rafah.
Il rapporto punta il dito anche contro la Germania, il secondo maggiore esportatore di armi verso Israele durante il genocidio, con forniture che vanno “dalle fregate ai siluri”, e contro il Regno Unito, che avrebbe effettuato oltre 600 missioni di sorveglianza su Gaza dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023.
Albanese ha anche dichiarato che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite avrebbe dovuto affrontare il “pericoloso precedente” delle sanzioni imposte su di lei dagli Stati Uniti per le sue critiche alle azioni di Israele in Palestina, che le hanno impedito di viaggiare di persona a New York. “Queste misure costituiscono un attacco alle Nazioni Unite stesse, alla loro indipendenza, integrità e anima. Se non contestate, queste sanzioni rappresenteranno un altro chiodo nella bara del sistema multilaterale,” ha detto.
Ettecredo che Massari ha definito il rapporto “privo di credibilità”. Provate ad immaginare cosa succederebbe, se davvero il mondo occidentale cominciasse a riconoscere che le cose stanno realmente così.
Massimo Mazzucco
BILL GATES: IL CAMBIAMENTO CLIMATICO NON È PIÙ UN PROBLEMA
Ricordate Bill Gates? Quello che se non riduciamo drasticamente l’effetto serra siamo destinati a una catastrofe planetaria? Ebbene, non è più così. Da ieri il cambiamento climatico non è più un problema. Virata a 180° del miliardario americano, che ha deciso di indirizzare altrove i suoi investimenti.
https://luogocomune.net/energia-e-ambiente/bill-gates-il-cambiamento-climatico-non-%C3%A8-pi%C3%B9-un-problema
NATURE: OLTRE 100.000 FOTO DI OGGETTI TRANSITORI PUNTIFORMI
Una ricerca pubblicata su Nature rivela che negli anni ’50 oltre 100.000 oggetti transitori puntiformi del tutto simili a stelle, ma che tali non potevano essere, sono stati immortalati nelle fotografie astronomiche. https://luogocomune.net/scienza-e-tecnologia/nature-oltre-100-000-foto-di-oggetti-transitori-puntiformi
IL TEATRINO DELLE ILLUSIONI
In Palestina continua il teatrino delle illusioni.
Dieci giorni fa abbiamo avuto gli “accordi di pace” fra Israele e Hamas, che sono stati firmati da mezzo mondo, ma non da Israele nè da Hamas. E non è certo un caso che Hamas abbia appena dichiarato che “senza il ritiro totale dell’IDF da Gaza non deporremo le armi”, mentre Netanyahu ha dichiarato che “a Gaza ci siamo per restare. Dobbiamo garantire la sicurezza di Israele”.
Quindi, in sostanza, nulla di fatto. Hamas rimane, l’IDF pure, e presto troveranno un pretesto per ricominciare a combattere. Con la differenza che ora Israele avrà le mani completamente libere, perchè gli ostaggi vivi sono tutti tornati a casa.
Però al mondo è stata servita la bugia della “pace in Palestina”, perchè era necessario far scendere un pò il livello di indignazione nel mondo, prima che andasse fuori controllo. E’ stata una grande operazione di ipnosi di massa, che grazie alla connivenza dei media mainstream ha funzionato alla perfezione.
Ora però rimane l’altro problema, quello della Cisgiordania, che i falchi di Ben Gvir vorrebbero annettere al più presto. Anche in questo caso, Donald Trump ha dovuto fare affermazioni di facciata, del tipo “Israele ha la proibizione assoluta di anettere la Cisgiordania”, perchè questo faceva parte degli accordi con i paese arabi. Ma nella sostanza le cose continuano esattamente come prima: collina dopo collina, villaggio dopo villaggio, i coloni continuano ad erodere i territori dei palestinesi, aggredendo sistematicamente e spesso uccidendo impunemente i suoi abitanti, sotto gli occhi complici dei soldati di Israele.
In un articolo intitolato “L’amministrazione Trump si oppone all’annessione a parole, ma la consente nei fatti”, Haaretz scrive : “Gli Stati Uniti possono vantarsi della loro presunta opposizione all'annessione e dichiarare di difendere lo status quo, ma in pratica la situazione continua a peggiorare senza controllo. Il territorio stesso cambia, collina dopo collina, strada dopo strada, mentre gli Stati Uniti si accontentano di dichiarazioni di facciata e di eleganti incontri diplomatici. Questa politica permette a Israele di mantenere il controllo su ogni aspetto della vita palestinese: sicurezza, economia, valichi di frontiera e il loro territorio, senza pagarne alcun prezzo diplomatico. Lo status quo può proiettare un'illusione di stabilità, ma in realtà intensifica l'assedio, la povertà e la disperazione. Il risultato è che non si discute quasi mai della sicurezza, del futuro o della libertà dei palestinesi. Si può ringraziare l'amministrazione Trump per la sua ferma posizione contro l'annessione formale, ma la gratitudine non basta. Quando la realtà è un regime che segrega, nega diritti e amplia il controllo con la forza, non serve una legislazione per riconoscerla come annessione. E’ un'annessione non firmata su carta, ma visibile in ogni cancello chiuso, ogni checkpoint, ogni ulivo sradicato e ogni villaggio palestinese isolato in nome delle "esigenze di sicurezza" di Israele.”
Comunque tranquilli: noi abbiamo Tajani, che ha dichiarato solennemente “Noi siamo per la soluzione a due stati”, quindi sappiamo che andrà certamente a finire così.
Massimo Mazzucco
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