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Информация о канале обновлена 17.08.2025.
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Il 15 settembre del 1947 entra in vigore il Trattato di Pace di Parigi e con esso si costituisce il Territorio Libero di Trieste quale zona neutrale e demilitarizzata, dotata di un porto franco internazionale aperto – secondo il diritto internazionale – a tutti gli stati del mondo. Questo statuto giuridico avrebbe dovuto garantire che Trieste non fosse più merce di scambio e luogo di scontro tra Stati e potenze.
Ma il traguardo rappresentato dall’istituzione giuridica del Territorio Libero di Trieste venne soffocato ancor prima di nascere compiutamente. La NATO non poteva permettere che Trieste, data la sua posizione strategica, restasse al di fuori della propria sfera d’influenza. In geopolitica, si sa, la carta, i trattati e il diritto contano ben poco: sono i rapporti di forza – e all’occorrenza le armi – a tracciare i reali confini.
In questa infuocata fase storica, la sistematica violazione del Trattato di Pace di Parigi per quanto riguarda Trieste si accinge a raggiungere l’apice e a manifestare le sue massime conseguenze. Le folli politiche di riarmo ed espansione della NATO e dell’UE non possono che voler dire una cosa: la guerra si avvicina, e sarà il popolo a pagarne il prezzo.
I venti di guerra soffiano sempre più forti ed il porto franco ed internazionale di Trieste, situato in un’ambita posizione strategica, è in prima linea in questa nuova fase di scontro geopolitico.
Trieste è infatti negli appetiti di NATO, UE ed Israele, che vogliono rendere il nostro scalo adriatico uno snodo logistico-militare inserito tanto nell‘IMEC quanto nella Three Seas Initiative, ovvero programmi geostrategici con finalità militari.
L’IMEC (o “Via del Cotone”), rotta che nel suo complesso partirebbe dall’India per arrivare proprio a Trieste, collegherebbe in ambito mediterraneo il nostro porto con quello israeliano di Haifa, mentre la Three Seas Initiative (o “Trimarium”) integrerebbe Trieste in un blocco geopolitico/militare nell’Europa centro-orientale in vista di uno scontro militare con la Russia.
Due piani complementari per trasformare Trieste in una fortezza della NATO collegata direttamente con lo stato genocida di Israele.
E a noi cosa resta?
Un territorio sempre più mal amministrato, laddove la crescita della militarizzazione è accompagnata dal collasso industriale e dalle difficoltà economiche. Ci resta il nostro porto, che invece di essere un fiorente punto d’incontro e di scambio, a vantaggio di tutti, diviene uno strumento utile alla proiezione di guerre e/o interessi imperialistici, sacrificato dallo Stato italiano (succube della NATO) che condanna così il porto e l’intero territorio alla definitiva violazione del Trattato di Pace di Parigi.
Ma questo non sarà il nostro futuro, e noi a tutto questo diciamo no!
Il 15 settembre alle 17:00 in Piazza Sant’Antonio, in occasione del 78esimo anniversario dell’entrata in vigore dello statuto giuridico del TLT, scenderemo in corteo per esigere la piena applicazione del Trattato di Pace di Parigi e rivendicare il nostro diritto di vivere in un Territorio Libero, neutrale e smilitarizzato.
Per un futuro di pace, collaborazione e giustizia!
FERMIAMO I PIANI DELLA NATO, DELL’UE E DI ISRAELE – FERMIAMO L’IMEC!
Fronte della Primavera Triestina, Associazione Alister, Coordinamento No Green Pass e Oltre, Insieme Liberi, Partito Comunista, Multipopolare, Socialismo Italico - SOCIT, Costituzione in Azione, TriestNgo, Tavola per la Pace FVG, Casa del Sole TV
@primaveratlt
Esattamente tre anni fa fondavo, insieme ad altri giovani attivisti, il Fronte della Primavera Triestina.
Molto ci sarebbe da dire: sono stati tre anni di passione, sacrifici e dedizione assoluta alla lotta politica, che non cambierei per nulla al mondo. Sono fiero di aver dedicato i migliori anni della mia gioventù al perseguimento di un ideale di giustizia che mi è caro al cuore.
In un mondo troppo distratto dalla propria illusione di libertà per accorgersi delle proprie catene, fare politica dal basso richiede sana follia. Nelle parole del grande profeta della modernità Friedrich Nietzsche: "Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante".
La follia di chi non si è ancora arreso a questi anni infami e, affacciandosi sul deserto di macerie che ci circonda, ha ancora coraggio di chiedersi "perché?". L'istinto di dubitare delle "verità" del sistema in essere e agire di conseguenza, è ciò che rende un uomo autenticamente, nel pieno senso della parola, rivoluzionario. Scegliere la propria barricata è oggi una scelta di minoranza, e chi la compie dovrà fare i conti con i molti – troppi – assopiti nel torpore dell'apoliticità.
Ma d'altronde, qual'è il prezzo di rimandare questa scelta? Di fronte alla gravità dell'ingustizia, lo scherno degli ignavi non può che essere un vanto.
Nulla è mai perduto.
I compagni che ho avuto l'onore di incontrare mi hanno dimostrato che esiste ancora una gioventù vitale e rivoluzionaria, che non ha ancora rinunciato al proprio diritto di sognare un mondo diverso. Al di là dell'anacronistica falsa dicotomia "destra" e "sinistra", oltre le percezioni comuni su cosa dovrebbe rappresentare un cosiddetto movimento indipendentista (definizione che trovo in sé inesatta e riduttiva), giuriamo la nostra fedeltà alla causa.
Per una lotta di popolo contro la plutocrazia capitalista e i suoi agenti, contro imperialismo e sfruttamento, contro mondialismo e omologazione, partendo propria da qui, la nostra Trieste e tutte le ben note trame ad essa collegate.
Questa, in poche righe, è la mia lotta: una barricata aperta a tutti gli uomini e a tutte le donne, di ogni provenienza ideologica e politica, che in questi tempi bui hanno ancora il coraggio di porsi quel fondamentale "perché?".
Adam Bark
@primaveratlt
Ieri, mercoledì 30 luglio, una nostra delegazione si è recata a Marsiglia per partecipare ad un corteo organizzato dalla UPM (Union pour la Palestine Marseille).
Tra le rivendicazioni del corteo c'era la fine del gemellaggio tra Marsiglia e Haifa e il rifiuto dell'Imec, piano geostrategico che coinvolge sia Marsiglia sia la nostra Trieste. Il corteo, dinamico e rumoroso, è riuscito bene e tanti marsigliesi hanno risposto nelle strade della città esprimendo solidarietà alla causa e sostegno alla mobilitazione.
I compagni francesi ci hanno accolto calorosamente e ci hanno anche fatto leggere un discorso al termine del corteo.
Per noi è stata un'ottima opportunità per entrare in contatto con nuove realtà e stringere nuovi legami. Ringraziamo ancora l'UPM, che a Marsiglia svolge un grandissimo e lodevole lavoro per la causa palestinese, per l'invito e l'opportunità concessaci.
@primaveratlt
Mercoledì 30 luglio una nostra delegazione sarà a Marsiglia per presenziare al corteo promosso da "Union pour la Palestine Marseille".
La manifestazione, indetta su scala nazionale, vuole dare avvio ad una mobilitazione per impedire che dal porto di Marsiglia transitino armi per Israele.
Anche il capoluogo provenzale infatti è coinvolto, come Trieste, nei piani dell'IMEC e nel correlato collegamento al porto israeliano di Haifa.
Ma i portuali marsigliesi a riguardo si sono già fatti sentire… essi hanno già bloccato e impedito il transito di armi destinate all'entità sionista e non intendono accettare la creazione di un corridoio privilegiato Marsiglia-Haifa. Un esempio per tutti noi, che dovrebbe essere seguito anche a Trieste!
Ringraziamo i portuali e militanti francesi per l'invito che ci è stato rivolto e che abbiamo accolto con entusiasmo, segno che dalla Francia c'è interesse a collaborare a livello internazionale per contrastare IMEC e sionismo.
Il Fronte c'è!
La guerra è un affare per speculatori e magnati dell'industria militare. I popoli di tutto il mondo sono carne da macello da sacrificare al viscido dio denaro.
Solidarietà e vicinanza ai popoli abbandonati dalle istituzioni internazionali, complici e coinvolte.
LA GUERRA È UN AFFARE, MA NON PER NOI!
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