Rispondo alla domanda:
Gli spiriti increati non sono nati dentro il sistema: sono anteriori.
Entrano nella Matrix (questo piano di realtà) per esperienza, per missione, per scelta, ma non perdono mai la loro natura originaria.
Quando escono, non diventano altro, semplicemente tornano a ciò che sono sempre stati.
Questo significa che la memoria profonda non va mai perduta: ciò che qui sembra dimenticanza è solo un velo. Quando escono hanno la possibilità di scegliere Senza raggiro se continuare nell' esperienza biologica armonica o ritornare nell' increato.
Quando lo spirito increato lascia la Matrix e “ritorna alla Fonte”, quel velo si dissolve.
Le esperienze fatte qui vengono comprese, integrate, viste come un insieme, senza più frammentazione.
Non si ricorda come un film umano con dettagli minuziosi, ma come una conoscenza diretta, un sapere completo.
Quindi sì: uno spirito increato, una volta fuori, sa quello che ha fatto qui, sa perché, e lo vede senza i filtri che lo hanno limitato mentre era nel corpo.
Gli spiriti increati si riconoscono tra di loro già qui, anche se spesso senza parole.
Non è un riconoscimento di volti o di nomi, ma di frequenza, di stato interiore: è quel senso di “io ti conosco” senza sapere da dove.
Fuori dalla Matrix, questo riconoscimento è naturale e totale: non c’è più separazione, quindi ogni scintilla vede l’altra per ciò che è.
Quando Gesù diceva «tra i figli di Dio nessuno se ne perderà» (Giovanni 6:39), nella lettura spirituale significa esattamente questo:
la Vita originaria, la Luce, la Fonte non perde nessuna delle sue scintille.
Ciò che è nato da Dio (cioè ciò che è increato, eterno) non può essere perso, perché non appartiene al ciclo di nascita e morte.
Può velarsi, può cadere nell’oblio, può credere di essere schiavo, ma non può essere distrutto né posseduto.
Gesù rassicurava: i veri figli del Padre cioè le scintille della Luce ... attraverseranno questo mondo, potranno anche soffrire, ma alla fine ritorneranno intatte, perché la loro natura non è di questo mondo.
Quindi, sì, lo spirito increato quando esce ricorda.
Gli spiriti increati si riconoscono fra loro, qui e fuori.
Il senso delle parole di Gesù è che ciò che appartiene veramente al Padre (alla Fonte, alla Luce) non va perso nei cicli, non viene trattenuto né annientato dal demiurgo.
Ricapitolando:
Uno spirito increato, quando è “dentro” il gioco, è sotto i veli dell’oblio e delle regole del sistema. Ma quella è solo una condizione temporanea. La sua natura reale non cambia.
Quando esce, i veli cadono. Lo spirito si ritrova nella sua totalità, nella sua libertà originaria. A quel punto non è più soggetto alle regole del gioco, né alle regole di alcun demiurgo.
In quello stato libero, lo spirito increato ha tre possibilità fondamentali, che non sono comandate da nessuno, ma sono scelte sue:
Tornare all’Increato .... cioè ritornare nello stato di pura Unità, di Silenzio, di Fonte, senza forma né esperienza. È il “ritiro” totale nell’Essere.
Continuare un’esperienza armonica .... cioè scegliere volontariamente di manifestarsi di nuovo, non più nella matrix con i suoi vincoli, ma in piani più liberi e armonici, dove la creazione non è più prigionia ma gioco consapevole.
Restare come guida o testimone , molti spiriti liberi scelgono di tornare per aiutare altri spiriti a ricordarsi, o per portare nuove forme di coscienza, ma senza più perdersi nei veli.
Questa libertà di scelta è proprio ciò che distingue lo spirito increato da ogni creatura del sistema: nessuno lo obbliga, nessuno lo “rimanda giù”, nessuno può trattenerlo.
Le esperienze non diventano più catene, ma strumenti. L’incarnazione, se avviene ancora, è una scelta, non un obbligo.
Per questo nelle tradizioni gnostiche, mistiche o esoteriche, si dice che “la salvezza” non è andare in un posto, ma ricordare chi sei. Quando ti ricordi, torni padrone delle tue scelte: puoi dissolverti nella Fonte, puoi creare mondi armonici, puoi aiutare altri.