Irriducibili nemici della woke culture.
"Der Einzige" difende l'individualismo da ogni ideologia o regime e lo fa attraverso l'uso della filosofia e della scienza.
Gruppo:
t.me/dereinzigegruppo
Информация о канале обновлена 05.10.2025.
Irriducibili nemici della woke culture.
"Der Einzige" difende l'individualismo da ogni ideologia o regime e lo fa attraverso l'uso della filosofia e della scienza.
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Il testo integrale della legge si può leggere cliccando qui.
1) ANCHE IN QUESTO CASO IL FINE È IL WALLET DIGITALE
Con il 50,39% è passata la legge sull'id-e, l'identità digitale svizzera. Il testo della legge si limita a disciplinare l'uso e l'erogazione dell'identità digitale, che sarà erogata dallo Stato svizzero e in base all'art. 17 per funzionare richiede dati biometrici, in questo caso il viso. Nell'articolo 25 è scritto che è possibile identificarsi anche senza l'id-e, ma solo se il titolare si presenta di persona portando con se un documento di riconoscimento. Questo vuol dire che per quanto riguarda l'identificazione su internet, laddove la persona non si può presentare di persona, l'uso dell'id-e potrebbe diventare quasi esclusivo: dal dossier dettagliato sull'id-e c'è scritto che non esiste un obbligo formale di utilizzarla, ma richiedere la presenza del titolare del documento per gli acquisti online, laddove sia richiesto il limite di età per certi prodotti, incentiverà molto l'uso dell'id-e. (p. 26), La legge non esclude l'obbligo, dicono solo che l'obbligo si potrà introdurre in futuro con una nuova legge e un nuovo referendum, ma visto che questa legge è passata, la finestra di Overton è stata aperta.
L'id-e sarà contenuta in un'app per lo smartphone che consiste in un wallet digitale, chiamata swiyu e attualmente in beta (p.23). Il wallet potrà contenere anche documenti privati, questi sono: diplomi, tessere di membro di associazioni o carte clienti, ma potrà essere contenuto proprio di tutto, visto che nella tabella di p.24 parlano anche di biglietti per i concerti. In futuro prevedono di usare l'identità digitale anche per procedure cartacee, come la candidatura per la locazione di un’abitazione. Sempre a p.24, l'id-e verrà utilizzata anche per votare ai prossimi referendum.
2) APRIRE LA VIA ALLA SORVEGLIANZA
Sempre nel dossier dettagliato, sono esposti tutti i motivi per non adottare l'id-e. Il comitato contrario alla legge spiega che l'uso dell'id-e prevede che ogni interazione tra aziende e identità digitale sarà registrata, e che questi dati potranno essere utilizzati per tracciare i cittadini. Non è chiaro come l'id-e possa rimanere facoltativa, perché potrebbero aumentare i costi associati al non utilizzo.
Massvoll fa notare come in ogni Paese dove l'identità digitale è stata proposta come facoltativa, dopo qualche tempo è diventata obbligatoria per alcuni servizi, come il caso della Svezia dove è obbligatoria per l'online banking.
Il partito pirata spiega che così come l'id-e era stata già promossa e bocciata nel 2021, potrebbero ricomparire anche i tentativi di censura. Una mozione respinta prevedeva di abolire l'anonimato online. Un'altra mozione respinta prevedeva di introdurre un sistema di tracciamento per individuare chi acquista biglietti per manifestazioni sportive così da impedire l'accesso agli stadi da chi è iscritto alla lista HOOGAN, infine è stato proposto anche di obbligare, sempre con una mozione respinta, le persone a partecipare ai referendum online mediante firma digitale.
L'ordinanza sulla protezione dei minori nell'ambito dei videogiochi, questa già approvata, che come si evince dal commento alla legge all'art. 1, obbliga i fornitori di film e videogiochi a verificare l'età di chi usufruisce dei loro servizi, e proprio a p.8 del commento è scritto che se in caso di approvazione dell'id-e, sarebbe stata utilizzata quella.
In base ad un'ordinanza i servizi di telecomunicazione e messaggistica avranno l'obbligo di identificare e dare al governo le informazioni sugli utenti se queste vengono richieste, e anche a decriptare le chat, lasciando immune la crittografia end-to-end.
CONCLUSIONI
La svolta totalitaria della Svizzera è lenta, ma l'approvazione dell'identità digitale segna lo spartiacque che consentirà di implementare tutti i piani distopici precedentemente scartati, come del resto era stata scartata anche id-e.
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Nonostante i migranti debbano già fornire un codice basato sui dati biometrici, Starmer con la scusa dell'immigrazione illegale vuole rendere obbligatorio entro il 2029 l'uso dell'identità digitale per le assunzioni.
1) IL FINE È ARRIVARE AL WALLET CON DATI BIOMETRICI
In un comunicato stampa direttamente dal governo inglese viene annunciato un nuovo piano basato sull'identità digitale che ha come fine il contrasto all'immigrazione illegale: si legge che l'identità digitale obbligatoria dovrebbe fungere da deterrente per impedire l'immigrazione illegale: non potendo trovare lavoro senza identità digitale, l'invasore dovrebbe desistere dal partire.
L'obbligo per il lavoro ci sarà per chiunque debba essere assunto per un nuovo impiego, infatti il datore di lavoro sarà costretto a verificare il "right to work" del futuro assunto. Attualmente questo può essere provato tramite il passaporto o il certificato di nascita con il quale attestare il possesso della cittadinanza inglese. Per chi non è in possesso della cittadinanza, invece, il governo inglese prevede già l'utilizzo di un codice che si basa su un permesso di soggiorno biometrico o su una carta di soggiorno biometrica.
Nel comunicato stampa si menzione l'uso facoltativo dell'identità digitale per tutti i servizi pubblici di welfare e per ottenere la patente di guida, ritenendo che l'utilizzo obbligatorio in ambito lavorativo incentiverà anche quello nell'ambito dei servizi. Il wallet digitale che è il fine ultimo di tutta questa manovra si chiama gov.uk wallet, e il suo utilizzo sarà analogo al wallet italiano o a quello europeo.
La popolazione inglese è contraria all'identità digitale: più di 2 milioni di cittadini hanno firmato una petizione ufficiale per non introdurre l'identità digitale. Il numero minimo di firme richiesto affinché la petizione sia discussa in parlamento è di 100mila, e questa cifra è già stata raggiunta.
2) LA BALLA DEL MIGRANTE CHE CERCA LAVORO
Il problema dell'invasione in Inghilterra è reale, e ciò ha già scatenato numerose rivolte e manifestazioni da parte della popolazione inglese, che non ne può più degli abusi degli invasori. Ciò che è falso è la retorica del deterrente utilizzata da Starmer, che ritiene che introducendo l'identità digitale obbligatoria possa in qualche modo fermare l'immigrazione illegale. Non solo perché attualmente è già obbligatorio, per chi non è un cittadino britannico, un codice basato sui dati biometrici o esibire degli adeguati documenti, ma soprattutto perché i clandestini a tutto pensano meno che a lavorare nel paese che invadono. In soli 3 anni, dal 2021 al 2023 ci sono stati più di 100mila arresti riguardanti stranieri in Inghilterra e nel Galles su 872 488 arresti totali. Non solo crimini violenti e abusi sessuali, ma anche reati legati al mondo della criminalità delle gang: nel 2023 il tasso di furti commessi dagli stranieri è del 33% più alto rispetto agli inglesi e il tasso di reati legati alla droga è ancora più alto: negli stranieri è del 69% più alto rispetto agli inglesi. Il traffico di migranti è un processo che si occupa di tutto il percorso che va dal far entrare, anche mediante documenti falsi, gli illegali nel Paese fino al loro inserimento nel mondo della criminalità nel quale troveranno poi posti in giri di prostituzione, droga, contrabbando e furti.
Le grooming gang sono un fenomeno prettamente musulmano, dove le ragazzine vengono adescate tramite la droga all'interno del mondo della criminalità organizzata. Altro problema è poi quello delle gang albanesi, dedite al commercio di armi e droga, delle vere e proprie mafie (1, 2, 3, 4).
CONCLUSIONI
Il sistema da un lato incentiva l'invasione, dall'altro fa finta di combatterla con metodi inutili che vanno a gravare sui cittadini, andando a compromettere le loro libertà fondamentali. L'immigrazione viene utilizzata per militarizzare le strade, diffondere la sorveglianza e il controllo digitale.
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Lo studio si può leggere cliccando qui.
1) TROVATA ASSOCIAZIONE FORTE TRA PARACETAMOLO E AUTISMO
Lo studio in questione è una review, quindi non produce nuovi dati a sostegno di un'ipotesi, ma analizza insieme quelli vecchi. Hanno esaminato la letteratura scientifica e hanno esaminato ben 46 studi precedenti sull'esposizione prenatale al paracetamolo, assunto dalla madre durante la gravidanza. 8 studi dei 46 riguardavano l'associazione tra paracetamolo e autismo, 20 studi riguardavano invece l'ADHD, gli altri invece si occupavano di altri disturbi del neurosviluppo. Gli studi relativi all'autismo sono indicati nella tabella 2 e si tratta di 8 studi molto recenti, il più vecchio è del 2016 (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7), il primo link ne contiene 2. La review sostiene che gli studi esaminati riportano una correlazione positiva tra autismo e paracetamolo e considerano forte l'evidenza dell'associazione tra paracetamolo e autismo, perché la valutazione dell'evidenza fatta sulla media di tutti gli studi esaminati è 1.17 ed i punteggi sopra ad 1 indicano un'evidenza forte.
Per coloro che sono interessati all'ADHD, invece, l'evidenza non è così forte come per l'autismo, avendo raggiunto un punteggio di 0.75. Gli autori della review ritengono che questo punteggio sottostimi l'associazione tra paracetamolo e ADHD perché è influenzato da pochi studi carenti sul piano metodologico che hanno abbassato la media finale del punteggio, ma loro per completezza li hanno dovuti lasciare.
2) IL PROBLEMA DELLO STUDIO
In realtà è la review stessa ad avere una grossa carenza metodologica che potrebbe compromettere l'esito dell'intero studio. Nell'analisi delle covariate sono state inserite le seguenti relative alla madre: età, malattia, uso di farmaci diversi dal paracetamolo, intelligenza, livelli di istruzione dei genitori, stato socioeconomico, consumo di alcol, fumo, uso di droghe, fattori di confusione genetica, fattori di confusione dovuti all'indicazione (ad esempio, motivo clinico per l'assunzione del farmaco) e altri fattori di rischio per NDD relativi al bambino, tra cui peso alla nascita ed età gestazionale. Mancano totalmente, negli studi, una valutazione dello status di vaccinazione della madre e l'eventuale somministrazione di vaccini pediatrici ai bambini presi in esame. È stata esclusa la covariata più importante, l'unica che avrebbe potuto separare l'effetto del paracetamolo dall'effetto delle vaccinazioni. Nonostante gli studi siano recenti, anche lo studio più recente esamina le gravidanze solo fino al 2019, quindi le madri non possono aver assunto un vaccino COVID durante il periodo di gestazione, tuttavia la pratica della vaccinazione della madre durante la gravidanza con l'antinfluenzale era già diffusa (1, 2, 3, 4, 5) e nel 2015-2016 già stavano escogitando dei modi per aumentare la copertura vaccinale nelle donne incinta (1, 2). La cosa più grave rimane l'assenza dello status di vaccinazione del bambino, perché la diagnosi di autismo non viene fatta al momento della nascita, ma a partire dai 2 anni di età.
CONCLUSIONI
La stampa sta attaccando Trump (1, 2, 3, 4, 5) per la sua dichiarazione circa la correlazione tra paracetamolo e autismo dicendo che la scienza nega la correlazione, citando questo studio e sostenendo che gli "esperti" raccomandano il paracetamolo. Non hanno neanche aperto la review citata da Trump, dove lo studio del 2024 difeso dalla stampa è discusso e reputato metodologicamente carente. La stampa sta difendendo il paracetamolo perché negli USA è conosciuto con il nome di tylenol ed è venduto da Kenvue, una spin off di Johnson e Johnson.
Il non aver indagato la vaccinazione come covariata non consente di trarre delle conclusioni sullo studio, ma la campagna mediatica della stampa è in malafede: sta sfruttando queste dichiarazioni per accusare di incompetenza l'amministrazione Trump in ambito sanitario, la cui causa per la stampa sarebbe la provenienza di Kennedy dal mondo no vax.
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In un discorso sullo Stato dell'UE, la Von Der Leyen ci ha fatto sapere che ha intenzione di eliminare la controinformazione in nome della democrazia.
1) ATTACCARE LA CONTROINFORMAZIONE MEDIANTE CENSURA E GIORNALISMO
Sempre con la retorica dell'attacco alla democrazia, parla della necessità di difendere la società dalla disinformazione e dalla manipolazione il cui obiettivo sarebbe dividere le persone e polarizzarle. Per sconfiggerci ha intenzione di attivare al più presto lo scudo per la democrazia, che come spiegato qui, sarà una sorta di ministero della verità a livello europeo del marxismo culturale il cui compito sarà silenziare qualsiasi discorso antisistema. Per aiutare il comitato a capo dello scudo per la democrazia istituirà il centro per la resilienza democratica che avrà lo scopo di monitorare e rilevare la "disinformazione" online.
L'altro progetto è il programma per la resilienza dei media, poiché la Von Der Leyen ha iniziato una campagna diffamatoria verso le "aree rurali" accusando chi vi abita di non andare a comprare i giornali e di rimanere così disinformato, affidandosi soltanto ad internet, quindi chi non vive in città viene accusato di complottismo. Questo programma avrà quindi lo scopo di finanziare giornali e giornalisti, in modo da promuovere dei media "indipendenti" e la libertà di stampa. Ovviamente per avere finanziamenti bisogna essere allineati con il sistema, quindi non si tratta assolutamente della promozione della libertà di stampa, ma di avere i giornalisti sul proprio libro paga affinché facciano propaganda di regime.
Questa idea della stampa necessaria per la democrazia deriva dalla propaganda fatta dal WEF in questo panel dove spiegava che per far funzionare i regimi democratici le persone devono attingere le informazioni dalle stesse fonti, controllate dalle istituzioni, affinché la pensino tutti alla stessa maniera.
2) ATTACCARE LA CONTROINFORMAZIONE TRAMITE I SOCIAL
Vogliono restringere l'uso di internet ai minorenni perché l'incontro con i social network e internet in generale è l'unica via che i giovani hanno per accedere all'informazione alternativa al mainstream e vanificare la propaganda scolastica, che ricordiamo in Italia essere obbligatoria in quanto gli insegnanti hanno l'obbligo di insegnare l'agenda 2030. Per tutelare i giovani online la Von Der Leyen richiama esplicitamente la strada tracciata dall'Australia, la quale sta imponendo il riconoscimento biometrico obbligatorio per chiunque acceda ai social network, con l'obiettivo di far finire l'anonimato su internet. La misura rivolta a tutti, nonostante questa debba servire solo per i giovani, e viene giustificata con la retorica stantia degli algoritmi che creano dipendenza, cosa che si risolverebbe impedendo la profilazione online, ma non lo vogliono fare altrimenti perdono i dati che le stesse multinazionali gli forniscono.
L'UE stessa sta lavorando ad una normativa il cui scopo è introdurre la verifica dell'età mediante dati biometrici per accedere ad internet, con una legge che sarà ancora più totalitaria di quella australiana.
3) L'ATTACCO ESPLICITO AI NO VAX
In un altro passo del discorso ha delirato che siamo all'inizio di una nuova crisi sanitaria mondiale, e sostiene che a causa della "disinformazione" il progresso mondiale sulla polio e il morbillo sta venendo meno. Per combattere ciò ha detto che l'UE sarà a capo della global health resilience initiative, un programma del quale non sappiamo i dettagli.
Quando il sistema parla di polio e di morbillo si riferisce sempre ai vaccini (1, 2), quindi si tratta di un attacco contro i no vax e ciò ben si inserisce con il resto delle iniziative volte a colpire la controinformazione.
CONCLUSIONI
L'Italia è in prima fila tra i lecchini che approvano le nefandezze della Von der Leyen. Il delegato Alberto Barachini, sottosegretario alla presidenza del consiglio, (1, 2, 3, 4) ha manifestato il suo accordo totale nei confronti delle parole della Von der Leyen.
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