⭕ Cosa ci insegna la psicologia delle fiabe e perché utilissima per orientarci nel nostro caotico mondo odierno?
Marie Louise von Franz, forse la più grande psicologa al mondo, ci scrive:
🖋️ «Le fiabe parlano di contenuti psichici che sono molto lontani dalla coscienza umana. Jung disse una volta che dopo aver fatto un’interpretazione approfondita di una fiaba si ha bisogno di una settimana di vacanza per riprendersi da un compito così arduo.
La difficoltà di questo tipo di lavoro deriva dal fatto che le fiabe si basano su alcune funzioni universali della psiche, senza che ci sia alcun ponte verso i contenuti di carattere più personale.
Nel lavorare su una fiaba, quindi, ci si trova di fronte alla struttura fondamentale della psiche, una sorta di scheletro dal quale i muscoli e la pelle siano stati tolti, lasciando soltanto gli elementi di interesse generale. Le fiabe rappresentano perciò dei modelli di vita psichica del tutto astratti.
Le fiabe e i racconti che provengono da culture arcaiche contengono espressioni di senso di meraviglia e di terrore nei confronti del divino, due elementi caratterizzanti l’incontro di tali popoli primitivi con il mondo degli archetipi. Elementi che mancano nelle fiabe che risalgono a periodi successivi.
In questo libro esamineremo, oltre a quelle europee, alcune fiabe più primitive nel tentativo di cogliere quel che hanno da dirci sulle funzioni psichiche cui diamo il nome di Animus (l’immagine interna del maschile nella psiche femminile) e di Anima (l’immagine del femminile presente nella psiche maschile).
Nell’interpretazione delle fiabe è molto importante osservare la situazione iniziale e domandarsi che cosa manchi. Chiedersi, per esempio, perché la famiglia descritta non sia al completo. Il più delle volte, l’elemento assente sotto forma umana appare più tardi in altra veste (...).
L’incipit (...) mostra chiaramente quel che nella situazione data non è in ordine; e lo svolgimento della storia descrive il processo che porta alla risoluzione del problema, ripristinando l’equilibrio.
“Un re aveva una figlia…”. Se si trattasse qui di un vero e proprio caso clinico, diremmo subito che si ha a che fare con una paziente afflitta da un complesso paterno problematico.
L’Animus nella psiche femminile si sviluppa a partire dall’esperienza del padre personale che sostanzia di realtà umana l’innata disposizione archetipica legata all’immagine del Padre, dando vita alla vicenda che per ogni giovane donna ruoterà intorno al proprio complesso paterno.
Tale complesso si manifesterà negli atteggiamenti che nella vita la ragazza tenderà ad assumere sia nei confronti degli uomini che riguardo al funzionamento del suo proprio maschile interno, ovvero dell’Animus.
Ciò che manca all’inizio della nostra fiaba è la figura materna. In termini di psicologia personale, l’assenza della figura della madre dà spesso luogo a debolezza e insicurezza in tutte le questioni attinenti all’identità.»
📙 Marie Louise von Franz - L'Animus e l'Anima nelle fiabe
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